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Le donne

Sebbene le donne godessero nella società norrena di maggior libertà e considerazione rispetto ad altre società contemporanee, la sua posizione era comunque subordinata a quella maschile, del padre o del marito.
Il matrimonio di solito era organizzato tra famiglie. Si hanno anche testimonianze di mogli “cedute” come gesto di eredità o munificenza, ad altri uomini. La vedovanza era la sola forma di liberazione quasi totale da questa subordinazione..
Il divorzio era ottenibile con una certa facilità, ma esigeva, proprio per questa sua ricaduta sociale, dei testimoni..
Tuttavia le saghe testimoniano di profondo rispetto e considerazione nei suoi confronti e sebbene non partecipasse all’alþing (assemblea pubblica in cui si amministrava la legge e si prendevano decisioni) il suo punto di vista veniva ascoltato.
La moglie del bóndi aveva una propria ricchezza che amministrava autonomamente e la cui evidenza era data dalla chiave del forziere appesa alla cintura. Come sottolinea Boyer, la donna aveva il suo regno nella casa. Ad essa erano delegate le incombenze di gestione, accudimento dei figli, cura dei bisognosi e memoria della storia familiare. Conservava il culto degli antenati e le regole morali e di onore familiari, per le quali poteva addirittura scatenare faide..
La memoria degli antenati ed il culto dei morti che ne consegue fa si che le arti magiche nella loro totalità diventassero poi appannaggio quasi esclusivamente femminile.